Péntaque

La pétanque (o petanca in occitano e catalano) è una specialità dello sport delle bocce, nata in Provenza e derivata dal gioco provenzale. Fu inventata nel 1907 dai fratelli Ernest e Joseph Pitot per permettere al loro amico Jules Lenoir, affetto da reumatismi, di continuare a giocare. Il nome pétanque venne attribuito nel 1910, durante la prima competizione ufficiale a La Ciotat, e deriva dal termine provenzale pès tancats, che significa “piedi ancorati al suolo”, poiché i giocatori devono lanciare senza prendere slancio.

Nel 1930 le tradizionali bocce in legno furono sostituite da quelle in acciaio, grazie al fabbricante Jean Blanc. Nel 1955 furono introdotte le bocce Obut. La Fédération Française de Pétanque et de Jeu Provençal fu fondata nel 1945, mentre la Federazione Internazionale nacque nel 1958 a Marsiglia, dopo un primo tentativo avvenuto l’anno precedente a Spa, in Belgio.

Regole

L’obiettivo del gioco è segnare punti piazzando la propria boccia più vicina al pallino rispetto all’avversario. Le partite possono essere giocate tra due squadre di tre o due giocatori, oppure tra singoli. Nelle squadre di tre giocatori, ciascuno ha due bocce, mentre nelle squadre di due o nei duelli individuali, ogni giocatore ne ha tre.

La distanza di gioco varia tra 6 e 10 metri, e il campo ufficiale misura 15 metri di lunghezza per 4 di larghezza, con misure minime tollerate di 12 per 3 metri. A differenza del volo, la pétanque si gioca a piedi fermi: i giocatori devono lanciare le bocce restando all’interno di un cerchio di diametro compreso tra 35 e 50 cm, senza muovere i piedi fino al termine del lancio.

La squadra che inizia, scelta per sorteggio, traccia il cerchio, lancia il pallino e poi la prima boccia. Ogni squadra tira fino a ottenere una boccia più vicina al pallino rispetto agli avversari. Quando tutte le bocce sono state giocate, si contano quelle di una squadra che si trovano più vicine al pallino rispetto a quelle dell’avversario. Vince la partita la squadra che raggiunge per prima i 13 punti.

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